29 Marzo 2024

Gestire le foto con Mac, iPhone e iPad: ecco perché non ti servono le cartelle

INTRO

Spesso chi proviene da Android, o è abituato a gestire le foto con Windows su PC, trova poco pratico utilizzare l’app Foto su Mac, iPad e iPhone. La cosa che sconvolge questi utenti è il fatto che le foto vengono gestite senza usare le cartelle con cui siamo soliti organizzare i contenuti in funzione delle nostre esigenze e dei nostri schemi mentali. Nei dispositivi Apple, infatti, immagini e filmati vengono gestiti utilizzando un’unica libreria nella quale è particolarmente difficile orizzontarsi visto l’uso dì nomi per nulla indicativi di quello che le varie foto rappresentano.

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In realtà la gestione della libreria fotografica usando le classiche cartelle è molto limitante se non addirittura fuorviante. Dietro una parvenza d’ordine si nascondono caos ed inefficenza.

Se vogliamo rivedere la foto fatta a Livigno nel 2018 del nostro gatto Felix, in che cartella la andiamo a cercare? Nelle foto del 2018, cartella Livigno, sottocartella Felix? O è meglio fare tante cartelle, una per ognuna delle nostre località di villeggiatura, fare una sottocartella per ogni anno e in ognuna di queste creare una cartella dedicata a Felix? Insomma, come ormai avrete capito, ognuna delle soluzioni ed ogni tipo di catalogazione ha dei limiti. Ad esempio, se ricordassimo solo di avere fatto una bella foto a Felix ma non ricordassimo dove o in che anno?



La soluzione di Apple per la catalogazione delle foto

Apple ha sviluppato una soluzione molto efficiente per organizzare la nostra libreria di foto e video basata principalmente su due tecniche: l’indicizzazione dei metadati Exif e l’utilizzo del Neural Engine per riconoscere persone, oggetti e situazioni. Questo sistema di catalogazione è molto potente e per funzionare sfrutta le capacità di calcolo di tutti i nostri dispositivi quando sono collegati alla presa di alimentazione e non sono impegnati in attività gravose.

L’indicizzazione dei metadati Exif

I metadati EXIF sono dati che vengono memorizzati insieme alla fotografia e che possono dirci molto sul luogo, sui riferimenti temporali e sulle modalità con cui è stata scattata. Exif è l’acronimo di Exchangeable Image File Data e contiene preziose informazioni che vengono usate dall’App Foto per organizzare le nostre fotografie. La quantità e la tipologia delle informazioni che scattiamo dipende dalla fotocamera che stiamo utilizzando. L’iPhone XR, ad esempio, per ogni scatto memorizza:

  • Modello della Fotocamera
  • Formato di memorizzazione
  • Lunghezza Focale dell’obiettivo
  • Apertura del diaframma
  • Tempo di esposizione
  • ISO
  • Valore di sovra/sotto esposizione
  • Coordinate GPS del luogo in cui è avvenuto lo scatto

Questi dati possono essere utilizzati per organizzare le nostre foto meglio di qualunque sistema a cartelle.

Utilizzando la funzione cerca dell’app foto, e digitando una data o una località, verranno selezionate immediatamente le foto corrispondenti. Cercando “Londra 2019”, ad esempio, verranno selezionate tutte le foto scattate a Londra nel 2019, anno in cui si poteva ancora andare in giro per il mondo senza problemi. Addirittura avremmo potuto filtrare i risultati specificando  il quartiere di Londra dove abbiamo scattato la foto e la macchina fotografica utilizzata.

L’indicizzazione delle foto avviene in Background, sfruttando i tempi in cui i device non sono utilizzati e quando sono connessi alla corrente elettrica. La cosa interessante e che tutti i device che condividono la stessa libreria foto di iCloud contribuiscono a questa attività.

Il Neural Engine: il vero segreto della catalogazione

A fare la differenza tra il sistema di catalogazione utilizzato dall’App Foto di Apple e le tecniche di catalogazione della concorrenza è il Neural Engine. Attraverso il suo impiego, l’app Foto riconosce persone, animali, luoghi, oggetti, situazioni.

Si potrà cercare, ad esempio, “Compleanno Roberta” per vedere tutte le foto che immortalano l’evento. In questo caso, il Neural Engine sarà determinante nel riconoscere la scena  del compleanno ed il volto della festeggiata. Perché questo accada, il volto dì Roberta dovrà, una tantum, essere fatto conoscere al Neural Engine attraverso un percorso di apprendimento.  La procedura è semplicissima: quando si visualizza una foto con dei volti, l’app Foto tagga i quelli conosciuti e scrive sotto quelli sconosciuti “Senza nome” o, se si utilizza iOS, un punto interrogativo. A questo punto, se vogliamo che la persona sia riconosciuta automaticamente in tutti gli scatti in cui è presente, compresi naturalmente quelli futuri, sarà sufficiente scrivere il suo nome sotto il suo volto. Nel caso venga trovato un contatto corrispondente, questo ci verrà proposto durante la digitazione.

Anche i processi di catalogazione delegati al Neural Engine verranno eseguiti in background quando l’attività del dispositivo è bassa.

Tag, Album e Album Smart

Se l’indicizzazione e le prodezze del Neural Engine non bastano, allora si possono aggiungere Tag o una descrizione alla alla foto, premendo il simbolo ℹ️, o aggiungere la foto ad un album tematico.

Potentissimi gli Album Smart per chi usa il Mac. Grazie a questa funzione è possibile specificare in maniera molto selettiva quali sono i contenuti che ci interessa tenere raggruppati.

Creare un Album Smart è molto semplice:

  1. Apri Foto
  2. Fai clic sul pulsante + accanto a I miei album nella barra laterale
  3. Seleziona Album smart
  4. Assegna un nome al tuo Album smart
  5. Seleziona i parametri, ad es. “bambini,” “escursioni,” “Natale 2018.” Come criterio di selezione è possibile indicare anche una determinata Marca o Modello di fotocamera o un particolare obiettivo. Puoi modificare i parametri di selezione in qualsiasi momento.
  6. Clicca OK per crearlo

Davvero tutte le foto sono da conservare?

Chiudiamo con una raccomandazione. Uno scatto, come abbiamo visto, pesa in termini di elaborazione e di spazio occupato sui supporti di memorizzazione o nel cloud. Sono spesso molte le foto che scattiamo senza creare capolavori o immagini che per noi abbiano effettivamente un significato. Cerchiamo, allora, di essere selettivi: se una foto non è significativa, o se è cessata la funzionalità di documentazione che aveva nell’immediato,  troviamo il coraggio di cancellarla. Ne guadagneranno lo spazio sul dispositivo e l’efficenza della catalogazione.

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